LA PATOLOGIA

Sindrome di Smith-Magenis

La sindrome di Smith-Magenis è un disordine genetico raro caratterizzato da deficit neurocognitivi e comportamentali di grado variabile (basso QI, deficit d’attenzione e comportamenti autolesionistici e stereotipati), disturbi del sonno (alterazione del ritmo sonno-veglia), anomalie cranio-facciali e scheletriche (brachicefalia, ipertelorismo, labbro superiore a tenda, brachidattilia e sindattilia del 5° dito), obesità infantile.
È determinata dall’aploinsufficienza del gene RAI1 (Retinoic Acid Induced 1); tale aploinsufficienza si manifesta, nel 90% dei casi, con una delezione interstiziale del cromosoma 17 e, nel 10% dei casi, con mutazioni a carico del gene RAI1 (17p11.2).

tra 1/15.000 e 1/25.000

è la frequenza stimata tra i nati vivi

colpisce in eguale misura

DONNE E UOMINI

IL PROGETTO

Il progetto, che prevede lo studio delle malattie genetiche rare, è finalizzato all’identificazione di terapie in grado di ridurre le manifestazioni patologiche e curare la malattia. Questo tipo di studio richiede la creazione di modelli cellulari umani che, nella maggior parte dei casi, non esistono. L’unità di Riprogrammazione Cellulare produce sistemi cellulari umani che poi utilizza per studiare i meccanismi che provocano la malattia, partendo dallo studio di come le mutazioni genetiche influenzano il comportamento cellulare.

L’osservazione del comportamento cellulare permette di capire quali meccanismi possono essere influenzati negativamente dalla mutazione e, di conseguenza, agire su di essi. I fibroblasti cutanei, ottenuti dai pazienti, sono riprogrammati in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) e, successivamente, differenziati in cellule staminali neurali (hiNSC): si tratta di passaggi fondamentali per gli studi biochimici e molecolari, necessari per capire i meccanismi della malattia sul sistema nervoso e durante il suo sviluppo. Nel corso degli anni, grazie alla stretta collaborazione con neurologi, pediatri e genetisti presenti in tutta Italia, è stato collezionato un gran numero di biopsie cutanee da pazienti affetti da:

  • malattie rare ma molto conosciute, con ancora tanti aspetti oscuri da studiare, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica, il Parkinson, la malattia di Huntington;
  • malattie poco conosciute e anche poco diagnosticate come la sindrome di Smith-Magenis, la sindrome di Joubert, la leucodistrofia, la Charcot-Marie-Tooth e la malattia di Hunter.

Tra queste, nel corso degli anni, la Sindrome di Smith-Magenis è divenuta senza dubbio uno dei progetti più importanti grazie alla presenza di un’associazione (Smith Magenis Italia) che ci ha permesso di interagire con le famiglie e fare significativi passi avanti nella caratterizzazione delle cellule, avendo oltretutto a disposizione un numero consistente di linee cellulari. L’utilizzo di queste stesse linee porterà allo sviluppo di farmaci in grado di migliorare i fenotipi patologici osservati “in vitro” che, grazie alla rete di neurologi, pediatri e genetisti che sono parte del gruppo di lavoro, potranno essere tradotti e trasferiti in clinica.

Nel mese di novembre sono stati ufficialmente comunicati importanti risultati conseguiti nella ricerca sulla Sindrome di Smith Magenis (SMS).
La ricerca identifica per la prima volta i processi patologici che avvengono nelle cellule dei pazienti con Sindrome di Smith-Magenis (SMS) e che rappresentano bersagli terapeutici per una futura terapia sperimentale. Sono in corso degli esperimenti per traslare queste scoperte in una sperimentazione clinica nel più breve tempo possibile.
I risultati di questo studio coordinato da dall’IRCCS Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza e dalla Fondazione Revert Onlus hanno implicazioni profonde sullo sviluppo di una futura terapia sperimentale.

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